20150320

IL SIGNORE DELLE MOSCHE di William Golding - Recensione di Roberta Molteni


Ora, come dire? Avevo una costola cui mancava un pezzettino. Pungeva, lì a ridosso del polmone sinistro. Le mancavano, per essere tutta intera, il COME di quelle parole messe lì a dipingere lo spazio tirandoti dentro lo spazio. Le mancava l'ipotenusa dell'abisso che congiunge il cateto dell'innocenza con quello della disperazione. Le mancava quel modo lì di dire l'amicizia quando cresce in silenzio a ridosso della violenza più meschina, quel modo lì di dire la violenza del cedere alle urgenze. Le mancava la debolezza detta come la direbbe un bambino e la legge mai detta meglio di così. Le mancava quel sentire che i grandi sono per i bambini quello che il santiddio diviene quando bambini non si è più. Le mancava uno sguardo, questo in particolare, sui colori quando confondono, sulla morte che è conseguenza, sulle scelte che talvolta non sono altro che il non scegliere. Mammamia. Punto a capo.


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