20141203

SIAMO BUONI SE SIAMO BUONI di P. Nori - Recensione di SARA MERIGHI




Chi legge Paolo Nori non deve avere fretta di arrivare al punto. In ogni senso: figurato e reale.
Figurato perché le digressioni, i giri, i ripensamenti, l'andare avanti e il tornare indietro, costringono il lettore a mettere da parte la fretta, le aspettative di progressione lineare del racconto e a rassegnarsi a farsi trasportare prima e dopo, sopra e sotto, secondo il flusso dei suoi pensieri.
Reale perché le frasi sono lunghissime, piene di virgole, con coordinate, subordinate, incisi, anacoluti, con buona pace di chi sostiene che una frase scritta non deve essere più lunga del fiato che utilizzi nel leggerla ad alta voce.
D'altronde chi padroneggia un'arte non ha bisogno di attenersi alle regole.
E Paolo Nori sicuramente padroneggia l'arte oratoria. Il suo scrivere e' in realtà un parlare. I suoi libri bisognerebbe ascoltarli piuttosto che leggerli.
(Alcuni, infatti, non sono altro che raccolte dei discorsi che viene chiamato a tenere sugli argomenti più disparati).
La sua scrittura più che un "flusso di coscienza" è un flusso di parole, che danno l'impressione di una colloquialita' e di una vaghezza che sono ben lungi dall'esserci realmente. Lo dimostrano le tante citazioni, frutto di una cultura molto vasta (è traduttore appassionato di letteratura russa), con cui avvalora e rende universali le sue ironiche riflessioni.
Anche "Siamo buoni se siamo buoni" non ha una vera e propria trama.
È il racconto, per impressioni e digressioni, del risveglio in ospedale di Ermanno Baistrocchi, scrittore ed ex editore, alter ego dell'autore, dopo un incidente, a seguito del quale si era diffusa la notizia che fosse morto.
Paolo Nori fa riferimento ad un fatto realmente accadutogli, per cui dopo un incidente stradale, le sue condizioni erano state credute talmente gravi che qualcuno si era preso la briga di riportarlo sulla sua biografia in Wikipedia. Scordandosi, poi, di aggiornare la voce quando invece si era ripreso perfettamente.
Al risveglio Ermanno trova al suo capezzale Emma, la ex moglie che si era trasferita in Anatolia, la figlia Daguntaj, l'illuminista, cioè il genero, la Mirca, responsabile delle pubbliche relazioni della sua ex casa editrice. Scopre inoltre che gli hanno pubblicato un libro postumo, non autorizzato, che sta avendo 
un grande successo. 
Sembra che tutto debba, in questa seconda vita, andare per il meglio ma proprio quando uno si aspetta chissà che cosa, come diceva sempre Paride, il suo amico morto suicida, invece succede chissà che niente.
Un niente pieno di ironia, di incontri, di ricordi, di affetti e di stupore, che non è niente altro che la nostra vita.


Riferimenti:
Siamo buoni se siamo buoni 
di P. Nori
Marcos y Marcos

Recensione di:
Sara, 44, lettrice, ma non quanto vorrei... purtroppo mi tocca anche lavorare. Quando non faccio né l'uno né l'altro passeggio con le mie bestiacce.




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