Ovviamente, dato il mio interesse per la natura, essa verte su un libretto che ho preso da te anni fa, che già peraltro conoscevo bene e che mi fa piacere ancora oggi rileggere: "L'uomo che piantava gli alberi" di Jean Giono (1895-1970). Salani Editore.
Si addice molto al momento dell' Avvento, poichè porta con sè un messaggio di speranza, come penso tu sappia poichè l'avrai letto.
Ti annoto brevemente le considerazioni che ho fatto.
L'albero è quella entità che ha sempre affascinato l'uomo, fin dall'antichità. Le cause sono certamente da trovare nella sua grandezza, nella sua forma e nella sua generosità. Sull'albero l'uomo ha abitato e con l'albero l'uomo anche ora costruisce le proprie case; sull'albero l'uomo ha trovato nutrimento e oggi lo riscopre simbolo della salute per il potere antiossidante e antiinvecchiamento dei frutti, per l'azione medicinale di ogni sua parte, dalle radici alle gemme. Sull'albero l'uomo primitivo ha trovato protezione e anche oggi l'uomo ne trae materiale per fabbricare strumenti d'uso quotidiano.
Nell'albero, che ha protetto l'uomo primitivo dai pericoli, l'uomo ha trovato un legame fra lui e il mistero della vita, inventando gli Dei creatori e padroni del mondo, che abitavano in alto, al di là degli alberi, che diventavano il tramite fra gli uomini e gli dei. Questi accoglievano le preghiere mandate a loro dagli uomini "via albero" per renderseli propizi: a quei tempi l'albero rappresentava il sacro.
Oggi abbiamo costruito foreste di cemento nelle città, simulando una foresta sicura e comoda per vivere con i grattacieli svettanti verso il cielo, ma la nostra vera foresta che ci dà la vita è ancora quella costituita da alberi. Non a caso l'architetto Stefano Boeri ha progettato e realizzato un bosco verticale in città per farci risentire l'atmosfera che si percepisce stando nel verde!
Nulla è sostanzialmente cambiato: ora sappiamo ben di più sulla vita degli alberi e siamo coscienti che la nostra vita è indissolubilmente legata alla loro.
Leggendo "L'uomo che piantava gli alberi" il protagonista del racconto,Elzeard Bouffier, compie una nobile missione per gli uomini che verranno: raccoglie semi di quercia e li semina in una località desertica della Provenza, dove abita perchè si possa creare in futuro una foresta . Sa che un giorno le nuove generazioni avranno bisogno di quei nuovi boschi per poter vivere. Elzeard non pensa a sè nel fare quel lavoro faticoso e apparentemente senza risultati immediati, ma a coloro che verranno dopo di lui ad abitare quei territori e li troveranno accoglienti e pacificanti. Riconosceranno il valore del lavoro duro e solenne del coltivatore: la vita che vivranno serenamente sarà anche merito di quello costruito dagli antenati. Vedranno una terra nuova, frutto di fatiche, premessa di pace e di condivisione.
Messaggio del libro: non distruggere mai gli alberi, perchè sono l'espressione della vita che continua.
Riferimenti:
L'uomo che piantava gli alberi
di Jean Giono
Sellerio ed.
Recensione di:
Paolo Testori, medico e appassionato studioso di botanica sulla quale ha all'attivo numerose ricerche con diversi rilievi sulla flora spontanea della provincia di Como.
Interessato alle erbe medicinali sulle quali ha tenuto diversi incontri pubblici.
Autore del libro "Le piante del cuore e della mente" edizioni La Vita Felice e del libro "La consolazione delle piante" Garage Edizioni di Mirabello di Sotto (Como).
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