20160504

Franco Matticchio ANIMALI SBAGLIATI Vànvere Edizioni - recensione di Giampaolo Mascheroni

In quei pomeriggi di noia, dove ci trasciniamo stancamente da una parte all'altra della nostra cameretta, magari mimando passi di danza come fossimo accompagnati da un amabile Orango Tango, un'occhiata meno distratta del solito al libro gli Animali sbadigliati non può farci che bene. L'ha scritto e illustrato Manco Fratticchio ed è pubblicato dalle rigorose Edizioni a vànvera. È pieno di mine esplosive, pronte con le loro cariche a solleticarci la vita. È tenero e intelligente e fa scompisciare dalle risate tutti i bambini, e anche qualche adulto che non ha ancora capito cosa ci sta a fare al mondo.
È un libro, quello di Franci Mattocchio, di Animali scagliati sulle pagine disposti a sacrificarsi, e a mostrarsi in tutta la loro fragile esistenza per ritonificare con la propria esibizione la nostra salute mentale a volte traballante. Le Zànzare edizioni hanno veramente stampato questo libro con il sangue. Migliaia di viaggi dei donatori ai depositi della casa editrice, frutti di anni di lavoro e della vita di parecchie generazioni di zanzare, hanno potuto far sì che ad un certo punto il liquido raccolto fosse sufficiente per diventare inchiostro e colorare le pagine del tomo, che non dovreste esitare ad avere tra le mani per potervelo gustare a fondo.
Dentro ci sono i disegni degli animali con il loro nome. Quelli veri: il boxer, il cervolante, il porcell, la soprana, l'elefantino...
Quelli che si vedono nelle riserve naturali: la foca suora, il martin cacciatore...
E infine quelli che si trovano solo sui libri e quindi vale la pena sfogliarli, altrimenti non sapremo mai che esistono.
Occorrerebbe un grammatico o un ludologo bartezzaghiano per spiegare con cognizione di causa il libretto in questione. Un drammatico ludopatico qoelettiano è invece la persona meno indicata per cercare di annotare qualcosa di sensato, e quello io sono. Forse più avanti, non oblubinato dalla forza lisergica di questo libro, riuscirò ad essere più franco e meno matticchio.
Per intanto però posso dirvi che nel leggerlo, e per scriverne, mi sono allegramente vanverato il cervello.

Giampaolo Mascheroni

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