20160222

ASTERIOS POLYP di David Mazzucchelli Coconino Press - Recensione di Sara Merighi

ASTERIOS POLYP
di David Mazzucchelli
Coconino Press
Se digitaste Asterios Polyp su Google trovereste una quantità di articoli e recensioni, soprattutto in inglese. Infatti quando il libro uscì negli Stati Uniti, nel 2009, fu considerato un caso letterario.
Non si può dire che sia avvenuta la stessa cosa quando venne pubblicato da noi, nel 2011, da Coconino Press. Per quanto mi risulta, a parte per una breve recensione su XL, l'inserto di Repubblica, se ne parlò e se ne scrisse solo sul web e a Lucca Comics, dove nel 2012, venne eletto fumetto dell'anno.
Il motivo è che Asterios Polyp non è un romanzo, ma è una graphic novel. Un fumetto. Un genere letterario che in Italia e' ancora da molti considerato minore, per ragazzi, sebbene abbia avuto sin dagli anni '70 dei precursori come Andrea Pazienza, Manara, Hugo Pratt, per citarne alcuni.
Chi frequenta le librerie e la lettura si sarà, invece, accorto quanto per creativita', complessità di storie e importanza di argomenti affrontati, per ricchezza di tratti e numero di artisti, i fumetti siano ormai un modo nuovo di fare letteratura, di scrivere romanzi e persino saggi (consiglio per esempio L'arte e Controstoria dell'arte).
Asterios Polyp di David Mazzucchelli è, in un certo senso, la "summa" di tutte le potenzialità della graphic novel. 
Al suo autore, ex disegnatore della Marvel Comics e poi della Dc Comics (per cui disegno' un intera saga di Batman), sono stati necessari dieci anni di lavoro per portarla a termine.
Il risultato è un libro che non è sufficiente leggere una sola volta e i cui tanti spunti interpretativi e psicologici sono al limite del virtuosismo.
La narrazione, effettuata attraverso flash back, racconta il prima e il dopo l'incendio, provocato da un fulmine, che brucia il palazzo newyorkese dove Asterios Polyp, colto professore universitario e stimato architetto, vive, lasciandolo, il giorno del suo cinquantesimo compleanno, solo con i vestiti che ha indosso e tre oggetti che riesce a salvare dal rogo. 
La voce narrante del libro è quella di Ignazio, fratello gemello di Asteryos, morto nella pancia della madre prima di nascere, presenza/assenza determinante nella vita del protagonista. 
Sulle due tracce narrative, il prima e il dopo, si inseriscono sogni, digressioni, riferimenti alla mitologia classica, che hanno lo scopo di raccontare la complessa vita interiore di Asterios, il suo senso di colpa per essere sopravvissuto al fratello, la sua paura della natura e di ciò che c'è di naturale nella vita, gli affetti per esempio, il suo bisogno di essere sempre migliore degli altri per giustificare di essere vivo.
Asterios, architetto di "carta", perché nessuna delle sue opere è mai stata realizzata, ha nella razionalità, nell'ossessione per la forma, nella necessità di categorizzare ogni aspetto della vita per sfuggire ai disegni incomprensibili della natura e del destino, le sue più evidenti caratteristiche. 
David Mazzucchelli traduce tutto questo anche visivamente.
Asterios è disegnato spigoloso, quasi sempre di profilo (greco, come la sua origine), con fessure al posto degli occhi, un fumetto (balloon) rettangolare, il carattere (lettering) in stampatello e almeno all'inizio, sempre immerso in un freddo azzurro, colore simbolicamente legato alla nostalgia, all'inquietudine e all'intelletto.
Hana, invece, la timida e insicura scultrice che incontra ad un party universitario e che diventerà sua moglie, ha grandi occhi, un balloon tondo e morbido, un lettering corsivo con piccoli caratteri. Si trasforma, però, in un fascio di filamenti rossi e accesi, come quelli delle vecchie stufe elettriche, nei suoi momenti di frustrazione, rabbia, nelle discussioni con Asterios.
Nei sogni, così come nei personaggi che Asterios incontra dopo l'incendio, quando, abbandonando tutto, anche la sua razionalità, viene a contatto con un mondo molto più concreto, apparentemente più semplice ma in realtà caldo di emozioni e di sentimenti, l'autore userà prevalenza di gialli. Il colore della saggezza, del calore delle emozioni, della rinascita emozionale, dell'energia.
Accanto ai colori, ai differenti lettering, alle forme del fumetto, alle forme dei personaggi anche l'impianto grafico della pagina può avere una lettura simbolica: le vignette hanno dimensioni e forme diverse, alcune non hanno una definizione spaziale, a simboleggiare un'astrazione del luogo e del tempo in cui si svolge la scena oppure a evidenziare un oggetto che, in questo modo, non ha i limiti imposti dalla vignetta.
Se da una parte questa cura, questa attenzione agli aspetti stilistici e simbolici è intrigante, perché stimola noi lettori alla ricerca dei differenti livelli di lettura, dall'altra, a mio parere, toglie un po' di spontaneità e rende un po' artificioso il racconto. Che è probabilmente l'effetto che l'autore voleva dare. 
Non molto riuscito  è l'omaggio che Mazzucchelli voleva fare alle sue probabili origini italiane chiamando la madre di Asterios Aglia Olio (e perché non Pizza Fichi o Caprese Mandolino?) ma gli perdoniamo questa piccola caduta nel luogo comune americano perché l'epilogo del racconto è, invece, assolutamente inaspettato, destabilizzante e ironico (con una quantità di letture simboliche).

Concludo definitivamente riportando una considerazione di William Faulkner che ho trovato mentre mi documentavo sulle graphic novel. 
Ancora non ho capito se sia una sua cupa previsione o un ironico augurio:
"I imagine as long as people will continue to read novels, people will continue to write them or vice versa; unless of course the pictorial, magazines and comic strips finally atrophy man's capacity to read and literature really is on its way back to the picture writing in the Neanderthal cave."   William Faulkner.
Sara Merighi

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