20150907

I MIEI PICCOLI DISPIACERI di Miriam Toews, Marcos y Marcos - Recensione di Sara Merighi

I MIEI PICCOLI DISPIACERI
Miriam Toews
Edito da Marcos y Marcos

Il fatto che Miriam Toews, autrice de "I miei piccoli dispiaceri" edito da Marcos Y Marcos, uno dei libri più recensiti e anche più letti di quest'estate, si sia presentata, qualche anno fa', al Festival della letteratura di Mantova, bella, solare e con un compagno più giovane, fornisce un'indicazione sull'eccezionalità di questa scrittrice canadese. 
Non perché accompagnata da un giovane fidanzato (che invidia) ma perché non è comune riuscire a mantenere e comunicare la gioia di vivere, il calore, la fiducia negli affetti familiari e l'ironia presenti in lei e nei suoi libri se porti dentro il cuore un destino complesso e doloroso come il suo e quello della sua famiglia.
Cresciuta in una comunità mennonita (una comunità simile agli Amish, refrattari verso la modernità, molto religiosi e con una organizzazione della società e una mentalità profondamente chiusa e maschilista), Miriam Toews ( si legge Teiv) a 18 anni ha lasciato la famiglia senza, pero', poter sfuggire a quello che sembra un inesorabile destino familiare: il suicidio del padre, quello dell'amata sorella e di un numero di cugini. 
"La nostra famiglia sta cercando di sottrarsi a tutto in un colpo solo, perfino alla gravità. Non sappiamo neanche da che cosa scappiamo. Forse siamo solo gente irrequieta.(...) Forse siamo terrorizzati. Forse siamo pazzi. Forse il Pianeta Terra non è la nostra vera casa" scrive ad un certo punto nel suo ultimo romanzo " I miei piccoli dispiaceri."
Uscito in Giugno, il libro è il racconto, romanzato ma sostanzialmente autobiografico, dei mesi precedenti il suicidio, strenuamente cercato ed effettivamente portato a termine, di sua sorella, attuato con la stessa modalità ed esattamente 12 anni dopo quello del padre.
Elfrieda, pianista sensibile e talentuosa, colta e adorata da suo marito e dalla sorella Yoli, è bella e "affascinante e oscura e appariscente come una diva del cinema francese" ma irrimediabilmente tormentata e vulnerabile tanto da non sopportare più l'idea di vivere.
Yoli, la sorella più piccola, insieme alla madre e al marito di Elf, utilizzano tutto il loro amore, l'energia e la voglia di vivere per cercare di evitare quello che in fondo sanno sarà inevitabile. 
Nel mezzo di questo periodo di sospensione la vita, intanto, continua scorrere. Yoli deve gestire due figli da due uomini diversi, un paio di amanti, zia Tina, la madre " vivere con mia madre è come vivere con Winnie The Pooh. Ha un sacco di avventure, è sempre occupata a mettersi e a togliersi ingenuamente dai guai".
Deve combattere contro il sistema sanitario canadese che ha questa strana concezione per cui chi prova a suicidarsi deve essere punito e stigmatizzato invece che aiutato e compreso, deve affrontare non solo l'enorme dolore di vedere sua sorella che rifiuta la vita, ma anche decidere quanto sia comprensibile e attuabile la disperata richiesta di Elf di essere portata a morire in Svizzera.
In mezzo a tutto questo c'e' l'auto che si rompe e il meccanico, un vecchio compagno di scuola, che la invita ad uscire " Eravamo così vecchi. La parola no mi pervadeva i sensi e tutti i miei migliori istinti e ho detto dài, buona idea" e il suo lavoro di scrittrice, senza talento, di romanzi "equestri" per ragazzi.
In realtà è proprio lei, la sorella buffa, quella che da sempre si è presa sulle spalle il ruolo di far ridere, di sdrammatizzare le geniali ma fragili personalità di Elf e del padre a possedere il talento più grande. Quello di voler e saper affrontare la vita, un giorno dopo un altro, un'ora dopo l'altra, con ironia e gioia anche in mezzo alle tragedie più grandi. 
Tra le righe mi pare anche di avere trovato una ricetta di questa straordinaria filosofia di vita. "Calarsi nelle cose difficili velocemente, mettercela tutta e poi ritirarsi. Lo stesso vale per i pensieri, la scrittura e la vita." Anche io lo farò.
Sara Merighi

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