20150831

UN GIORNO QUESTO DOLORE TI SARÀ UTILE di Peter Cameron - Recensione di Sara Merighi

UN GIORNO QUESTO DOLORE TI SARÀ UTILE
 di Peter Cameron
Adelphi



Sarà faticoso, complicato e talvolta anche doloroso, crescere in una famiglia "disfunzionale", ma, a parte il fatto che purtroppo non è una condizione che si può scegliere, può accadere che, con tanto spirito di adattamento e l'aiuto di un buono psicologo, l'esperienza sia, in prospettiva, anche formativa. Comunque mai noiosa. 
Il vero problema sta nel fatto che chi si trova a doverci vivere, in tale situazione, normalmente, non è nello spirito giusto per coglierne ne' l'ironia ne' gli  insegnamenti. Magari lo farà qualche anno dopo, magari.
La famiglia di James, protagonista adolescente di "Un giorno questo dolore ti sarà utile" di Peter Cameron, pubblicato per la prima volta nel 2007 da Adelphi e diventato un film già nel 2010 (diretto da Roberto Faenza), è una tipica famiglia disfunzionale della upper class newyorkese. 
Al suo interno ciascuno recita con convinzione un ruolo, che è poi l'unico modo per non affrontare realmente i problemi. 
La madre, proprietaria di una galleria di arte moderna che espone per lo più spazzatura (nel vero senso della parola), è reduce dal suo terzo matrimonio, durato appena qualche giorno " (...) quattro giorni erano proprio desolanti. E semmai la curva dovrebbe andare nell'altro senso, i matrimoni dovrebbero migliorare, non peggiorare. Di questo passo mia madre, se mai ci avesse riprovato, sarebbe stata abbandonata all'altare". Il padre, affascinante e vanitoso uomo d'affari, è ossessionato dalle inclinazioni sessuali del figlio " Avresti dovuto ordinare anche una bistecca - gli dice al tavolo di un ristorante - non la pasta da sola. È poco virile", la sorella, Gillian, massimamente cinica ha ambizioni intellettualoidi e persino Miro', il cane, " si crede umano, non ama molto il recinto, per cui sta pazientemente sulla panchina accanto a me a osservare con bonaria condiscendenza le semplici maniere animali degli altri cani". 
James, invece, un ruolo prefissato non lo ha e non lo vuole. Non gli interessa essere accettato mimetizzandosi tra i suoi coetanei, imitandone i modi arroganti, accontentandosi della loro povertà di stimoli e, paradossalmente, per questo motivo, è considerato da tutti "disturbato".
Ora, essere considerati strani, da adulti, per esempio in un luogo di lavoro, è già faticoso ma esserlo da adolescenti, a scuola, è una vera tortura.
Credo di non sbagliarmi nell'immaginare che in James e nell'intero romanzo ci sia qualcosa, se non molto, dell'adolescenza di Peter Cameron stesso.
La sana ed equilibrata esigenza del protagonista di stare da solo, forse non molto comune in un adolescente, e la sua precoce consapevolezza " Sapevo di essere gay, anche se non avevo mai fatto niente di gay e non sapevo se lo avrei mai fatto. (...) riuscivo a malapena a parlare con gli altri, figuriamoci a farci sesso. Ero omosessuale solo in senso teorico, potenziale", non lo rendono meno confuso.
Mentre leggevo " Un giorno questo dolore ti sarà utile" mi hanno colpito alcune somiglianze con un altro romanzo, scritto più o meno nello stesso periodo da un autore americano, Jonhatan Safran Foer, dal titolo altrettanto memorabile "Molto forte, incredibilmente vicino". 
Anche Oscar, il protagonista di quest'ultimo, come James è un ragazzino cresciuto in una famiglia borghese newyorkese non troppo regolare, entrambi hanno un nonno o una nonna come unici amici, entrambi sono stati traumatizzati dagli eventi dell'11 Settembre 2001. E mi è venuto in mente che a New York, contrariamente a quello che dice Tolstoj, anche le famiglie infelici di inizio millennio un po' si assomigliano. 

Sara Merighi


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