20141217

TU, SANGUINOSA INFANZIA di M. Mari - Recensione di ANTONIO OLEARI



Avevo dimenticato di segnare sul taccuino delle mie letture questo libricino di Michele Mari,  fine letterato, scrittore, poeta, coltissima persona (ancora invidio il mio amico Paolo che l’ha avuto come professore alla Statale di Milano). 
M’ero scordato di lui come ci si scorda spesso dell’infanzia, che invece è il mondo che gira al doppio della velocità, la condizione dell’esistenza che dice e detta ogni cosa. Tutto di noi si decide nell’infanzia. Siamo “quello che siamo” perché eravamo “quello che eravamo” quando il mondo diceva premura, immaginazione, desiderio. Quando il mondo, cioè, era una tenerissima questione di vita o di morte.
Proprio perché lo sa – sa che con l’infanzia non si scherza – Mari prende a fare i conti con la mitologia della sua fanciullezza. Tutto parte dal momento critico: l’annunciata paternità. Il professore che terrorizzato riflette sulla fine che potrebbero fare tutti i suoi fumetti, patrimonio assai più prezioso di enciclopedie ed edizioni critiche di Omero. I successivi racconti mettono insieme un repertorio di ginocchia sbucciate, sparatorie, estati dai nonni, puzzle, canzoni. E la parola multiforme di Mari copre il vuoto lasciato da una studiata sottrazione emotiva. 
Ancora: la figura granitica del padre, la soggezione che mette, i libri che porta tornando dai suoi viaggi. Nasce nel piccolo Michele quella scintilla chiamata letteratura: “Otto scrittori”, a proposito, è un racconto che chiunque abbia a cuore i libri dovrebbe leggere. E dico chiunque. Commovente poi il finale, proiettato nel quieto futuro della vecchiaia, quando il ricordo di gioventù sarà spoglio di ogni parola in eccesso, e proprio per questo più vero: “Quando era di buon umore, mio padre mi diceva Ciao porco, oppure Ciao porcello, oppure Ciao porcottino. Rimasto solo mi dicevo Sì, sono un porco, e me la ridevo”.

Riferimenti:
Tu, sanguinosa infanzia
di Michele Mari
Einaudi

Recensione di:
Antonio Oleari, è nato in Brianza nel 1985. E’ stato conduttore radiofonico e per diversi anni collaboratore dei mensili Jam e Il Mucchio. Ha pubblicato saggi, biografie e romanzi di argomento musicale. Nel 2010 si è aggiudicato il premio M.E.I. “Quaderni rock” dedicato all’incontro tra musica e letteratura. Nel gennaio 2011 con il racconto Ci sono persone più felici di me è stato finalista al “Premio Gutenberg” patrocinato dal Comune di Roma. Nel novembre 2010, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, è stato chiamato per presentare la figura di Luigi Tenco a Palazzo Reale di Milano. Con una delle poesie contenute nel suo primo libro di poesie (Guerre bianche, Liberodiscrivere, 2012) ha ricevuto nel febbraio 2012 particolare menzione di merito al “Concorso Internazionale di Poesia Castello di Duino” considerato dalla Commissione Nazionale UNESCO il più importante a livello mondiale rivolto ai giovani. Attualmente è docente di lettere in un liceo di Monza.

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