Philip Dick ha vomitato sulle pagine di fantascienza almeno tre fantasmi della sua psiche instabile.
Il fottuto genio non si è mai accorto che correndo verso le stelle stava andandosi a rintanare nelle
pieghe della sua anima. I fantasmi che ha combattuto, ma alla fine omaggiato, sono stati i quattro
matrimoni fallimentari e gli innumerevoli flirt andati male; l’orrore di essere sopravvissuto alla
sorella gemella Jane nel ventre della madre (madre che non perdeva occasione per ricordargli
che succhiando tutta la linfa vitale aveva ucciso la sorella); l’abuso di ogni tipo di droga, lisergia
pura in un cervello già in fiamme. In tutti i suoi libri c’è una ragazza coi capelli neri, le sue mogli
erano smilze spose bambine coi capelli neri e la pelle chiara, Jane, la sorellina morta era un
essere minuscolo con tanti capelli neri e la pelle come neve. Le droghe gli facevano raggiungere
mondi distopici dove gli scanner avevano occhi, orecchi e bocche e dove anche la lavatrice
poteva diventare una minaccia. In Memorie di un artista di merda racconta la crisi coniugale e
comunque in ogni romanzo c’è la feroce attenzione verso moglie jaghesche e ragazze dalla tripla
personalità. Il libro La ragazza dai capelli scuri mette insieme discorsi sui mondi sconosciuti,
le storie d’amore vissute e le numerose lettere che Dick inviava a ragazzine che cercavano di
risollevarlo quando l’LSD e l’oppio lo stendevano su un tavolo da pre obitorio. Si innamorava
ogni giorno, il buon vecchio Philip Kindred, e ogni volta scriveva alla madre arpia aprendole il
suo cuore e spiegandole che questa volta, sì, questa volta è la ragazza giusta. Tra una confessione
amorosa e l’altra, le raccontava dei suoi incubi, degli androidi che avrebbero colonizzato la terra, si
sarebbero autoprodotti e avrebbero mandato affanculo l’uomo. Nei suoi discorsi pubblici ricordava
sempre che lui era vivo e tutti i presenti erano morti. Morti inconsapevoli. Morti che continuavano
a picchiare le mogli, mangiare roba chimica e ingrassare il portafogli. Lì, tra le stelle, qualcosa di
malsano si stava materializzando e prima o poi ci sarebbe venuto a prendere. La salvezza? Manco a
dirlo: una ragazza coi capelli neri, la pelle chiara e gli occhi innamorati.
Riferimenti:
La ragazza dai capelli scuri
di P. K. Dick
Fanucci
Recensione di :
Cosimo Argentina è nato a Taranto nel 1963 e dal 1990 vive in Brianza dove insegna Diritto nelle scuole superiori.
Ha esordito con il romanzo Il cadetto (Marsilio 1990) a cui sono seguiti, tra gli altri, Bar Blu Seves (Marsilio 2002), Cuore di cuoio (Sironi 2004, Fandango 2010), Viaggiatori a sangue caldo (Avagliano 2005), Vicolo dell'acciaio (Fandango 2010), Per sempre carnivori (minimum fax 2012). Con Manni ha pubblicato nel 2008 Maschio adulto solitario.
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