La
sorellanza è un mondo che non mi appartiene, che ho molto
desiderato, che mi ha sempre affascinato molto. Miriam Toews in
questo libro racconta di due sorelle con un grosso problema che le
unisce: “lei voleva morire e io volevo che vivesse ed eravamo due
nemiche che si amavano”.
Infatti
il cardine su cui si muove il libro è il tema dell'eutanasia. Una
sorella, Elf, pianista di successo internazionale, con un uomo
innamorato al proprio fianco, bellissima, che però decide di voler
morire; dall'altra parte la voce narrante, una quarantenne con due
figli di due padri diversi, scrittrice da quattro soldi, arrancante
per vocazione, che tenta in tutti i modi di salvarla. Senonché Elf
decide di chiedere alla propria sorella di portarla in Svizzera, per
poter così mettere fine serenamente alla propria vita, attraverso la
morte assistita.
Il
libro racconta il travaglio di Yoyo messa di fronte a questa
richiesta, implorante, della propria adorata sorella che invano tenta
a più riprese ma senza successo di uccidersi.
Toews
affonda nell'argomento usando alternativamente i tratti tragici e
quelli ironici (“Quella sera ho fatto molte cose, ma non sono
neanche lontanamente riuscita a decidere se ammazzare mia sorella o
no”), per sondare in tutti i suoi aspetti una questione drammatica.
E racconta così bene la lacerazione di una sorella disposta a tutto
pur di alleviare il dolore, tanto da accettare il pensiero di poterla
aiutare a morire.
E in
questa giostra dolente, la famiglia ruota intorno alle due donne,
ognuno con un pezzetto di dolore sulle spalle, ognuno con un pezzetto
di speranza da spalmare sulla realtà. Ma la cosa sorprendente, in
effetti, è come la storia personale si spieghi per ognuno in modo
diverso. In uno sfogo Yoyo dice a Elf: “Ti è mai venuto in mente
che anch'io ho avuto un padre suicida, che anch'io faccio fatica a
superarlo, che anch'io sto cercando di dare un senso alla mia
stupida, patetica vita, (…)?”.
Nel
silenzio muto di Elf si dipana il suo dolore, e l'amara constatazione
che due sorelle che hanno condiviso lo stesso dolore possano
scegliere strade così diverse per guardarlo in faccia.
Valentina Pellizzoni
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