20150125

TREDICI FAVOLE BELLE E UNA BRUTTA di Paolo Nori - Recensione di VALENTINA PELLIZZONI




Paolo Nori ha una scrittura in un primo momento estraniante. Mentre si leggono le prime righe, si fatica a volte a prendere il ritmo, quasi che i nostri stereotipi letterari lottassero contro questa lettura fiume. Poi succede che, all'improvviso, il cervello si libera e la lettura comincia a scorrere in modo così fluido... non vorresti smettere mai e ti chiedi come farai a tornare a leggere come prima.
Il bello di Paolo Nori è che non ha paura. O meglio, mette in mostra le proprie paure in modo netto, senza giudizio. Come nella prima favola, dove una bambina continua a chiedere al proprio papà di bere e lui impegnato nel lavoro, le risponde sempre in modo buffo ("Ho sete!", "Vai dal prete!"), fin quando la bambina cade morta. Ma è una favola e il padre si trasforma in un mago e la salva.
Oppure nella favola di Martina, figlia unica così viziata che un giorno non la trovano più nella sua cameretta invasa dai giochi regalati dai parenti e i genitori si vedono costretti a chiamare i pompieri.
Storie a dire il vero, che hanno sempre un'aura inquietante, anche per il fatto che è praticamente impossibile stabilire in anticipo dove arriveranno, come nel finale della Favola così corta che non ha neanche il titolo:
E poi, magari andavano avanti ancora un po', oppure facevano da mangiare, o disegnavano, o giocavano a tris, o giocavano ai mostri, che lo so che questa è una favola che non succede quasi niente e che sembra che non c'è neanche un po' di magia se non il mostro che si chiama polipo bacione, che però a me vien da pensare che magari faceva finta, quel babbo lì, a diventare il polipo bacione, però la magia secondo me c'è lo stesso e è nel fatto che quel gioco lì del polipo bacione che era fatto di niente e non costava niente, era una cosa che quel babbo e quella bambina lì poi se l'erano ricordata per tutta la vita e non si erano mai divertiti così tanto come quando giocavano al polipo bacione, che è una cosa stranissima, se ci pensate.

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