20141205

GLI ANGELI MUOIONO DELLE NOSTRE FERITE di Y. Khadra - Recensione di ANTONIO SILVA




Mohammed Moulessehoul - già ufficiale dell’esercito algerino - ha dovuto cambiare nome e paese per poter scrivere i suoi libri. Yasmina Khadra è il nom de plume che si è scelto; la Francia il paese dove ha vissuto prima da clandestino e ora da personaggio di successo.
Nei primi due romanzi apparsi in Italia – due splendidi noir (Morituri, Doppio bianco entrambi di E/O) – ha raccontato e descritto i misfatti e i veri e propri crimini del fondamentalismo islamico. E per questo ha dovuto fare la bella in Francia. Poi ha scritto altri libri, cercando di scovare le origini e le cause di quei misfatti e di quel fondamentalismo. In questo ultimo, racconta la storia di Turambo. Un ragazzino algerino che passa dalla miseria e la fame nel suo villaggio di origine alla grande società della città, grazie ai successi che ottiene come boxeur. Fino all’attesa della ghigliottina. Con un finale drammaticamente a sorpresa.
Sullo sfondo, ma ben presenti e visibili, i misfatti e i veri e propri crimini del colonialismo europeo.
Il paese è l’Algeria, il periodo è quello tra le due guerre mondiali. I colonialisti qui sono i Francesi. Ma si sa che non sono stati diversi i comportamenti degli Italiani in quelle zone.
Gli Italiani. Noi. Noi che oggi vorremmo scacciare dal nostro paese quei Turambo dopo averli trattati da bestie e da schiavi nel loro paese.
Non è una lettura light, ma ne vale la pena.

Riferimenti:
Gli angeli muoiono delle nostre ferite
di Yasmina Khadra
Sellerio

Recensione di:
Antonio Silva ha insegnato storia e filosofia in diversi licei di Milano e provincia per quindici anni. Poi, per altri trenta, è stato Preside di licei classici e scientifici in Milano e provincia. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche (La Repubblica, il Sole 24 ore, e altre minori - absit iniuria -) discutendo i problemi della scuola italiana. Con un nom de plume, ha gestito la rubrica "Il Giudizio Universale - le cinque cose per cui valga la pena vivere - sul settimanale di resistenza umana "Cuore", diretto da Michele Serra. Dal 1976 è uno degli organizzatori, nonché lo "storico" presentatore, della "Rassegna della canzone d'autore - Premio Tenco", che si svolge ogni anno a Sanremo. Si autodefinisce bon vivant, espressione che il dizionario Larousse così esplicita: persona dal carattere gioviale che ama i piaceri della vita. La seconda parte è certamente vera.

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