20100405

Heloneida Studart PASSAPORTO PER IL MIO CORPO

“Certe donne, quando le porti a letto, sembrano uccellini cinguettanti.
Malvina doveva essere così, anche se non riuscivo a immaginarla a letto con nessuno. Sempre abbottonata, molto sostenuta. Una domenica mi chiamò alla finestra per parlarmi in privato. Mi ricordo il sole forte, che faceva brillare le maioliche portoghesi di rua do Livramento. La favela di Providência era tutta pavesata di aquiloni. Volavano sospinti dallo stesso vento che sbatteva gli stracci appesi alle grate basse delle finestre. Un venditore di scope passava gridando ‘spolverini’. Nel nostro seminterrato, madrina Conceição si lamentava piano.”
Un romanzo di passione e critica sociale. Una scrittura di estrema potenza emotiva. Anima latinoamericana al suo meglio.
Da oggi in libreria, in vendita alla cornice
Heloneida Studart nasce a Fortaleza, nel Nordest del Brasile, nel 1932. Unica femmina di cinque figli, lascia giovanissima la città natale e le costrizioni di un’educazione rigida e conservatrice per trasferirsi a Rio de Janeiro e intraprendere la sua carriera di giornalista e attivista politica. Paga con la persecuzione e il carcere, durante la dittatura, il suo impegno contro ogni forma di discriminazione e di oppressione. Dal 1978, continua la sua militanza come deputato del Partito dei lavoratori brasiliano. Dice di essere diventata femminista alla faccia di una zia che ripeteva sempre che le donne non hanno volontà, e scrittrice per le tante ore trascorse in cucina, con la vecchia domestica nera, ad ascoltare leggende favolose, piene di orrori e sensualità. Dice di aver sempre lottato per una pace che sia libera coesistenza tra diversi, nel rispetto delle reciproche diversità. Quando Heloneida Studart è morta, il 3 dicembre 2007, il governatore di Rio de Janeiro ha disposto tre giorni di bandiere a mezz’asta.

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