20091108

RIGA, collana monografica fondata nel 1991 da Marco Belpoliti e Elio Grazioli

riga 30

Roland Barthes
A trent’anni dalla sua scomparsa, nel marzo del 1980, il nome di Barthes continua a essere evocato: come antidoto in contumacia, come guida che ci precede per perderci. Questo numero di Riga traccia una linea di lettura, un punto di vista al tempo stesso preciso e inattuale, inclusivo ed esclusivo: quello dell’immagine, delle immagini, della visualità. Barthes ha sempre avuto molti occhi per l’immagine: teatrale, fotografica, cinematografica, giornalistica, pubblicitaria, mediatica, artistica, letteraria. Da critico teatrale, l’immagine scenica è l’interstizio fra il movimento del corpo dell’attore e la staticità della scenografia e del costume. Da sociologo della civiltà di massa, l’immagine mediatica è quella falsamente mitologica delle foto degli attori scattate negli studi Harcourt, ma anche delle riproduzioni di manicaretti nelle riviste femminili. Da bachelardiano, è l’immaginario delle sostanze - aria, acqua, fuoco, ma anche schiume, creme, acidi - che s’intreccia al letterario e al mediatico. Da semiologo, è la questione di linguaggio altro e oltre il verbale. Da critico letterario e narratologo, si pone ancora la questione dell’immaginario della scrittura e del racconto, dell’ ekfrasis e della pienezza iconica della parola.
Un numero che riapre la discussione su Barthes e consente ai lettori più giovani di conoscerlo da vicino.

Nessun commento:

Posta un commento